Naturalmente, ci sta. Un ex presidente del Consiglio può ben avere il dente avvelenato con lo ha soppiantato a Palazzo Chigi. Ma in Italia, per merito forse proprio del partito dell’ex premier che è supervisionato da un comico, tutto assume sempre i toni della pochade. Sono bastate le parole lanciate da un insider, su un quotidiano fiancheggiatore dell’ex premier, per far montare per l’ennesima volta la panna.
Confidente
Il confidente del comico ha rivelato le telefonate a tutta pagina: “Grillo mi ha raccontato che Mario Draghi gli ha chiesto di rimuovere Giuseppe Conte dal M5s, perché inadeguato”. Una frase apparentemente lanciata lì, ma che nel microcosmo pentastellato già squassato dall’abbandono di Di Maio, ha avuto l’effetto di una bomba.
Internazionali
Così, mentre l’attuale premier è impegnato nelle sedi internazionali a difendere il Paese dalle ricadute della guerra di aggressione di Putin all’Ucraina – a partire dal tetto al prezzo del gas russo -, il suo predecessore ha colto la palla al balzo per cercare di riacquistare il terreno perso tra i parlamentari eletti, ma soprattutto nelle urne. Il vecchio premier ha messo su il broncio e ha cominciato a randellare il presidente del Consiglio in carica, come piacerebbe fare a Mosca e alla estrema destra.
Attaccato
“Io – si sfoga accorato l’avvocato del popolo – sono attaccato quotidianamente”. Lo fanno “per distruggere il Movimento. Perché alcune posizioni non rientrano nel pensiero dominante”. Cerca in qualche modo di apparire a conoscenza diretta delle confidenze del comico: “Vorrei precisare che Grillo mi aveva riferito di queste telefonate”. Poi continua con la posa dell’offeso. Sono “sconcertato per le parole Draghi contro di me. Trovo sinceramente grave che un premier tecnico si intrometta nella vita di forze politiche che, per altro, lo sostengono”. Quindi, assume toni da ‘Re Sole’ del tipo “lo Stato sono io”, e azzarda: “Sono in gioco i valori della democrazia. Le forze politiche sono il pilastro delle nostre istituzioni democratiche”.
Tonno
Ma dai? Non facevano parte della famosa scatola di tonno da scoperchiare senza pietà? Ma certo che sì. E allora, dibbatistianamente, l’avvocato del popolo trova la via d’uscita in un classico “me ne frego”. Tanto – dice con sapidità degna del comico garante – “il nostro obiettivo non è sostenere Draghi, il nostro obiettivo è sostenere e tutelare gli interessi degli italiani”. Annamo bene…