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giovedì, 28 Settembre 2023

-24 al voto: tra sondaggi, assalto dei big a Tik Tok e la paura di un inverno al gelo

Poco più di tre settimane al voto e quindi alla conclusione di una campagna elettorale tra le più brutte degli ultimi decenni. Mentre il governo – c’è ancora Draghi a palazzo Chigi… – studia come intervenire sul caro-bollette per aiutare famiglie ed imprese, e tentare di respingere per quanto possibile il ricatto di Putin sul gas, i big della politica girano il paese in lungo e in largo. Una girandola di comizi per convincere non tanto e non solo i propri elettori quanto la massa di cittadini orientata all’astensione, un 40% degli aventi diritto secondo le stime, ma senza fare il minimo sforzo per innalzare il livello del confronto che è sempre più avvitato sulla trincea della polemicuccia quotidiana o peggio sullo scambio di attacchi personali. Questo scenario in un quadro generale dominato dalla crisi del gas e dalla paura di un inverno al gelo.

IL GAS – Con l’inflazione all’8,6%, l’occupazione già in calo e lo spettro di uno stop alle forniture di gas il presidente degli industriali Bonomi vede nero, parla di “terremoto economico” e invita il governo a fare presto. “Se Putin chiude il rubinetto – ha detto allarmato – un’industria su cinque chiuderà i battenti”. Tra le misure cui sta pensando il ministro Cingolani c’è una stretta sul riscaldamento come ad esempio termosifoni giù di uno-due gradi e accesi una-due ore in meno da ottobre. Si tratta di ipotesi al vaglio dell’esecutivo per il piano di risparmio energetico con una riduzione che si applicherebbe nella stagione invernale soprattutto alle aree d’Italia dove il clima è più mite. Possibili risparmi fino 6 miliardi di metri cubi all’anno. Gli stoccaggi italiani sono vicini all’83% ma Gazprom avverte: “Se anche i Paesi Ue riuscissero a portare le scorte di gas quasi al limite massimo, non sarebbero sufficienti ad affrontare tutto l’inverno” e il Cremlino minaccia i paesi europei che decidessero di applicare un tetto al prezzo del gas: nessuna fornitura di petrolio russo ai paesi “ostili”.

SONDAGGI – Il tutto (o il niente) con l’occhio ai sondaggi che misurano le intenzioni di voto prima dello stop imposto dalla legge. L’ultimo di Ipsos, pubblicato dal Corriere, non si discosta dalle penultime rilevazioni. Il partito della Meloni è confermato in testa con il 24% seguito ad un’incollatura (23%) dal Pd di Letta. Centrodestra complessivamente avanti al centrosinistra con un distacco consistente. La novità di questo sondaggio emerge semmai alle spalle dei due in lotta per la prima posizione: Lega e M5s vengono infatti dati appaiati al 13,4%, seguiti da Forza Italia all’8% e dal Terzo Polo di Calenda e Renzi che non otterrebbe più del 5%. Diverso ma non troppo il panorama delle intenzioni di voto offerto dal sondaggio Supermedia Agi/Youtrend che allarga la forbice tra il partito della Meloni e quello di Letta (24,1% contro 22,3%) e dà in rimonta il M5s che ora sarebbe all’11,8% mentre la Lega si attesterebbe al 13,2%. Crescerebbe i Terzo Polo al 6,2% insidiando Forza Italia all’8,1%. “Stravinceremo” commenta subito Salvini che aggiunge, con la voglia di respingere Draghi nel dimenticatoio: “E’ passata l’epoca dei tecnici, è l’ora della buona politica”. Ma si tratta solo di sondaggi, che spesso non ci azzeccano come è già successo in passato, quindi servirebbe più cautela anche perchè il segretario del Pd ha rimarcato la sua fiducia in un risultato a sorpresa (rispetto ai pronostici) immaginando un Pd che taglia per primo il traguardo: “E’ cominciata la rimonta” ha detto speranzoso.

L’ASSALTO A TIK TOK – L’altra piccola novità di oggi è l’assalto dei big ai social ritenuti il mezzo più adatto per entrare in comunicazione con i giovani. E così tanto Berlusconi quanto Renzi, così come il Pd, sono sbarcati nelle ultime ore su Tik Tok, il social cinese più seguito da ragazzi e ragazze: “Ciao ragazzi, eccomi qua anche se provo un pò di invidia per la vostra età!” è stato l’esordio dell’ottantacinquenne ex-premier e presidente di Forza Italia (con un largissimo sorriso acchiappa-follower). “Mancavo solo io…” l’incipit di Renzi.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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