Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia è il nuovo presidente del Senato. È stato eletto al primo scrutinio con 116 voti, ma si sono rivelati decisivi oltre una quindicina di consensi che non provenivano dalla destra vittoriosa il 25 settembre. Una delle componenti della maggioranza, Forza Italia, si è sfilata, non partecipando al voto.
Vaffa
Le telecamere hanno immortalato un litigio con conseguente ‘vaffa’ di Berlusconi proprio a La Russa, poco prima dell’elezione di quest’ultimo alla seconda carica della Repubblica. Formalmente poi lo stesso Berlusconi ci ha messo una pezza, rispondendo alla seconda chiama. Soltanto lui e la ex presidente di Palazzo Madama Casellati alla fine hanno votato. Un soccorso in favore di La Russa subito riconosciuto dalla leader della destra, Giorgia Meloni. “Grazie a tutti coloro che – ha rimarcato -, con senso di responsabilità e in un momento nel quale l’Italia chiede risposte immediate, hanno consentito di far eleggere già alla prima votazione la seconda carica dello Stato”.
Grazie
Un grazie espresso poi da La Russa nel discorso di investitura. “Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato – ha sottolineato -, quelli che non mi hanno votato e quelli che si sono astenuti. E, se mi consentite, quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra”. Il malessere degli azzurri è stato confermato in una nota a firma Berlusconi: “Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo di Forza Italia al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese”.
Gallina
Insomma, siamo alle solite. Le maggioranze, anche quelle sulla carta numericamente più robuste, sono in realtà fragilissime. Di qui la necessità dei cosiddetti giochi di Palazzo, il soccorso a questo o a quello, ma sempre in cambio di qualcosa. Naturalmente, tutti hanno fatto la corsa a smentire collusioni e inciuci. Significativo, sulla base del detto popolare: “la prima gallina che canta ha fatto l’uovo”, è stato l’intervento a razzo di Matteo Renzi: “Non siamo stati noi. Lo avrei rivendicato con orgoglio”.