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lunedì, 4 Dicembre 2023

Pd sfida per il futuro, primo tenere unita la sinistra. “Dem di oggi come M5S di ieri”.

C’è una partita aperta nella sinistra con un Pd che cerca di prenderne o meglio riprenderne il controllo tra il Pd che nascerà e il M5S Conte.

PRIMO COMPITO TENERE UNITA LA SINISTRA. “Il primo compito che toccherà al futuro segretario del Pd non sarà riuscire a competere con il centrodestra ma tenere unita la sinistra. Più che una missione sembra un’impresa”. Lo scrive Verderami sul Corriere. Ed aggiunge “Quasi fossero stati colpiti da un sortilegio oscuro, coloro che volevano democratizzare il M5S si stanno grillinizzando. I dem di oggi infatti somigliano ai Cinque Stelle di ieri, quelli di Conte e Di Maio che erano privi di una linea comune, rissosi ed in procinto di dividersi”.

M5S ATTACCA LA MELONI PER CALAMITARE LA SINISTRA. Conte ha cominciato la sua dura campagna in Campania, roccaforte del reddito di cittadinanza, con toni infuocati contro la Meloni ed il suo governo. Ma la sfida non è tanto rivolta contro Palazo Chigi, ma a sinistra. “Il modo in cui il Pd sta reagendo alla sconfitta del 25 settembre è quello di una forza priva di bussola e di strategia, e nel limbo di un congresso. È in questo vuoto che vuol fare breccia il M5S, che radicalizza ogni conflitto sociale promettendo di essere portavoce di tutti coloro che temono di perdere l’aiuto dello Stato. Quasi si sostituisce al sindacato”, commenta un’altra firma del Corriere, Massimo Franco.

DIVISIONI CON ARIA DI SCISSIONE. Divisioni tra che si richiama al territorio e chi invece spera di riaccendere “la scintilla della rivoluzione d’ottobre”. Tanto che il dibattito sulla riscrittura del Manifesto costituente del partito viene vissuto in modo drammatico quasi a fare vedere a Parisi, l’inventrore dell’Ulivo “una riedizione del Congresso di Livorno”, dove nel 1921si celebrò il divorzio tra comunisti e socialisti.

PROBLEMI DEL PD. Non sono al momento ne’ il calo dei sondaggi ne’ la competizione per la segreteria, sono soprattutto nei toni dello scontro, dove come sempre ci sono anche dei personalismi al di là delle idee. C’è chi come Provenzano irride i “sedicenti riformisti che d’ora in poi sarà meglio chiamare conservatori” e fa capire che d’ora in poi si procederà con l’antica liturgia della scomunica e della delegittimazione. Dall’altra parte c’è il sindaco di Bergamo Gori che si dice pronto all’addio se vincesse Schllein.

PROBABILE VITTORIA BONACCINI. In molti non lo vogliono, ne sono quasi gelosi, anche perché non passa sotto le loro indicazioni. Al Nazareno si parla di un accordo tra Prodi, Letta, Franceschini è un pezzo di sinistra per mettere definitivamente ai margini gli ex renziani e prepararsi ad un’ intesa con Conte. Preferirebbero un partiti fluido ancorato alle battaglie liberal sui diritti. Ma guarda caso sono tutti ex dc, così come lo è anche Renzi. Mentre Bonaccini viene da scuola comunista. Ancorata alle sezioni ed al confronto costante sui problemi concreti. Ad avviso della sinistra interna però, come ha detto Andrea Orlando in un’intervista al Corriere” difende l’esistente, mentre serve “una svolta sociale” ed aspetta Schelein…


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