Sbrasate a raffica, risultati zero. Ora, dopo la tragedia di Cutro, non si può più fare finta di non avere sentito o capito gli avvisi dell’aereo di Frontex. E adesso l’Italia dovrà trarre in salvo più mille migranti in difficoltà nel bel mezzo del Mediterraneo. Mobilitate la Guardia costiera e la Marina militare. Alla faccia delle rodomontate e dei tentativi di mettere pezze a colori. I trafficanti di uomini se la ridono e hanno ingranato la quarta.
Scafisti
Gli scafisti a bordo delle carrette del mare, sono carne da macello tanto quanto i poveracci che trasportano. Chi tira le fila del commercio di esseri umani, non affronta certo il rischio di fare naufragio. E allora le chiacchiere stanno a zero. Si possono annunciare pene detentive incredibili, ma occorrerebbe mettere il sale sulla coda dei veri boss. Impresa sostanzialmente impossibile, anche se si va in “capo al mondo”… Intanto altre migliaia di profughi si trovano in balia delle onde e niente lascia pensare che i loro compagni ancora a terra mai si fermeranno.
In difficoltà
Al momento ci sarebbero una ventina di imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo. Un peschereccio, pare con oltre 500 persone a bordo, è stato avvistato dallo stesso aereo di Frontex, che aveva individuato il caicco affondato a Cutro. Segnalazione confermata da un un elicottero della US Navy. Il barcone sarebbe partito dalle coste della Cirenaica, con rotta verso le coste della Sicilia orientale. Questa volta le autorità non hanno potuto chiudere gli occhi e hanno dovuto mettere in piedi una operazione SAR di ricerca e soccorso, con ampio dispiegamento di mezzi.
Motovedette
Repubblica.it parla di “cinque motovedette, tre navi e un aereo della Guardia costiera”, a cui si andrebbe ad aggiungere la nave Sirio della Marina militare. Le condizioni meteo sono date come in peggioramento. Si parla anche di tre grossi pescherecci, che sarebbero in difficoltà a 100 miglia a sud-est di Roccella Ionica. Una tragedia umana potenzialmente spaventosa. Il bilancio delle vittime del naufragio di Cutro è salito a 73, mentre continuano gli sbarchi a Lampedusa. I barchini provenienti dalla Tunisia scaricano persone a ritmo continuo. L’hotspot dell’isola deve rispondere alle esigenze di circa 3 mila persone, a fronte di una capienza di 400 posti.