Sulla guerra in Ucraina si muove (finalmente) Pechino. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, più di un anno fa, il presidente cinese Xi JinPing ha telefonato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per parlare di pace.
L’annuncio dell’importante sviluppo politico è stato dato dalla Cina che ha diffuso una nota anche in russo e in inglese. Un “lungo e significativo colloquio” ha riferito Zelensky senza però scendere nei dettagli della conversazione. Ma a testimoniare la soddisfazione per la mossa di Xi la decisione presa subito dopo il colloquio di nominare l’ambasciatore di Kiev a Pechino, Pavel Ryabikin. “Credo che questa chiamata, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina – ha twittato infatti Zelensky – darà un potente impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”.
Di “dialogo e negoziazione” come l’unica via d’uscita praticabile ha parlato il presidente cinese, perchè secondo Xi “non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Sempre sulla questione nucleare, ha aggiunto Xi, “tutte le parti interessate dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l’umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi”. Per Pechino, infine, “il rispetto reciproco di sovranità e integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina”.
Sul fronte dei combattimenti in Ucraina il giornalista e inviato di Repubblica Corrado Zunino è rimasto ferito durante l’attacco di un drone a Kherson, mentre è rimasto ucciso il suo interprete ucraino Bogdan Bitik. Zunino stava raggiungendo in auto Odessa da Kherson quando un drone russo ha colpito l’auto sulla quale viaggiava con l’interprete.
“Sto bene – ha twittato Zunino – ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all’inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press”. “Il nostro inviato Corrado Zunino e il suo collaboratore Bogdan Bitik sono stati vittime di un agguato di cecchini russi oggi alle porte di Kherson”, si legge sul sito di Repubblica. “Bitik purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto: lascia la moglie e un figlio”, mentre il giornalista italiano, “dopo essere stato ferito, è riuscito a mettersi in salvo trascinandosi lontano dal veicolo: è stato prelevato da un’auto che si trovava in zona e portato all’ospedale di Kherson”, dove è ricoverato. “I due reporter – prosegue Repubblica.it – viaggiavano facendosi chiaramente riconoscere come giornalisti, indossando il giubbotto con la scritta ‘Press’.