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lunedì, 5 Giugno 2023

Intoppo parlamentare sul DEF, alla Camera la maggioranza non ha i numeri. Un Consiglio dei ministri flash per rimettere a posto le cose

Intoppo alla Camera per la maggioranza che sostiene il governo di Giorgia Meloni. A causa delle tante assenze, nell’aula di Montecitorio non è stata raggiunta la maggioranza assoluta indispensabile per varare la risoluzione sul DEF, il Documento di economia e finanza. La figuraccia del centrodestra ha ringalluzzito l’opposizione, che ha applaudito e stigmatizzato l’episodio, mai verificatosi nella recente storia parlamentare.

Minuti

Con la premier in viaggio in Inghilterra, è toccato al vicepresidente, Antonio Tajani, convocare il Consiglio dei ministri per porre rimedio alla magra dei deputati. In cinque minuti, dalle 18.47 alle 18.52 recita il comunicato ufficiale, si è corsi ai ripari. Su proposta del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stata approvata di gran carriera una nuova Relazione al Parlamento. “Restano confermati – informa Palazzo Chigi – i saldi di finanza pubblica già riportati dal Documento di economia e finanza 2023. La nuova Relazione sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio”. Il Cdm nel giorno della Festa del lavoro dovrà servire soprattutto a varare il decreto legge con il taglio del cuneo fiscale per irrobustire le buste paga dei dipendenti a basso reddito.

Necessario

La situazione non facile per la maggioranza è stata sintetizzata, con il classico gusto per il rischio verbale, dal presidente del Senato: “Il governo ha ritenuto opportuno, se non necessario – forse necessario, forse solo opportuno – riconvocarsi per riformulare la relazione sullo scostamento. Benché noi si sia votato e approvato con i numeri prescritti, dovremo rivotare sulla nuova Relazione e, quindi, su una eventuale nuova risoluzione che venisse presentata”. Il voto di Palazzo Madama ci sarà domani dalle ore 14. In attesa poi del disco verde definitivo della Camera.

Albione

Proprio nell’aula di Montecitorio si era avuto il primo atto dello psicodramma, quando i 191 sì non erano bastati per raggiungere il quorum minimo di almeno 201 voti a favore. Assenze a bizzeffe sui banchi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. “I deputati o non sanno o non si rendono conto”, aveva commentato sconsolato il ministro Giorgetti. E dalla lontana Albione è toccato a Giorgia Meloni spronare gli assenteisti: “È stato un brutto scivolone, una brutta figura”, ma “il Def verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni, nelle prossime ore. Manterremo il nostro impegno. Penso che tutti vadano richiamati alla loro responsabilità”.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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