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lunedì, 5 Giugno 2023

America in rivolta contro il razzismo, coprifuoco a Washington

Una banconota forse falsa da 20 dollari, la mano pesante di alcuni poliziotti bianchi, la terribile morte a Minneapolis di un afroamericano, George Floyd e l’America è in fiamme. Coprifuoco a Washington e in quaranta altre città. Il presidente Trump lancia accuse contro l’estrema sinistra, ma alla radice c’è il razzismo sistemico e sistematico mai eradicato dalla società americana. L'”I have a dream” di Martin Luther King resta un sogno incompiuto. Da sei giorni gli Stati Uniti sono attraversati da proteste e disordini. Nelle ultime ore le forze antisommossa si sono scontrate con i manifestanti a New York, Chicago, Filadelfia e Los Angeles, sparando gas lacrimogeni e proiettili urticanti per disperdere la folla.

Bunker Vetture della polizia sono state date alle fiamme e negozi saccheggiati in diverse città. Mobilitati più di 5 mila uomini della Guardia Nazionale – la forza militare dei riservisti – a partire dal distretto della capitale Washington, dove a più riprese i dimostranti si sono radunati vicino alla Casa Bianca. Venerdì sera per motivi di sicurezza, il presidente, Donald Trump, è stato condotto per breve tempo dal Servizio Segreto – l’agenzia federale cui è affidata la protezione dei presidenti – in un bunker sotterraneo. Le strade d’America solo pochi giorni fa ancora deserte per il Coronavirus, si sono riempite di gente, come dopo l’assassinio del reverendo King nel 1968.

I can’t breathe Il drammatico fermo e la morte di George Floyd hanno riacceso la rabbia per le uccisioni di afroamericani da parte della polizia e riportato in primo piano l’indignazione per la segregazione razziale e le disuguaglianze socio-economiche. Secondo l’agenzia di stampa AP sono oltre 4 mila le persone arrestate nel corso delle proteste, per la gran parte pacifiche come a Denver in Colorado dove in migliaia si sono stesi a terra faccia in giù e hanno ritmato: “I can’t breathe” (“Non riesco a respirare”), le parole di Floyd mentre un agente lo bloccava con il ginocchio sul collo.

Antifa Trump appare in difficoltà, tra tweet poco azzeccati e richiami all’ordine, nel suo tentativo di spegnere le fiamme in un paese già in tensione per la devastazione sanitaria, economica e sociale del Covid-19: quasi un milione e 800 mila contagi e poco meno di 105 mila morti, tragico record mondiale. A soffiare sul fuoco ci sarebbero anche azioni violente di gruppi suprematisti bianchi, ma al momento Trump ha messo all’indice la rete militante di estrema sinistra Antifa, definendola “organizzazione terroristica”.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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