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lunedì, 25 Settembre 2023

Omicidio Palme, dopo 34 anni la magistratura svedese indica il colpevole

La magistratura svedese ha messo formalmente la parola fine al mistero durato 34 anni sull’uccisione del leader socialdemocratico, Olof Palme, indicando in Stig Engstrom il responsabile dell’attentato. Il procuratore capo, Krister Petersson, ha ammesso: “non sono così sciocco” da credere che questa conclusione ponga fine alle teorie e alle ricostruzioni sul clamoroso omicidio politico, e ha aggiunto: poiché Engstrom “è morto, non possiamo perseguirlo e, quindi, ho deciso di chiudere le indagini”.

Socialdemocratico Palme, leader progressista di livello mondiale, resta una delle figure chiave del XX secolo: il suo pensiero e la sua azione politica, ricordano alla Fondazione che porta il suo nome, “hanno cambiato il mondo e restano vivi fina a oggi”, ispirando all’impegno “per la democrazia, i diritti umani e la pace”. Palme primo ministro tra il 1969 e il 1976 e dal 1982 al 1986 è riconosciuto come l’architetto della Svezia moderna e del suo welfare all’avanguardia, fautore della sua integrazione in Europa e protagonista in chiave internazionale del no alla guerra del Vietnam, all’apartheid in Sud Africa e alla proliferazione delle armi nucleari.

Suicidio Engstrom, che si suicidò nel 2000, fu tra i primi sospettati dell’attentato avvenuto la sera del 28 febbraio 1986 nel centro di Stoccolma, quando Palme venne centrato alla schiena con un proiettile esploso da un revolver 357 Magnum, mai ritrovato. I giornali svedesi, che per tradizione non riportano le generalità dei sospettati, lo soprannominarono “Skandia Man”, poiché era un dipendente della compagnia assicurativa Skandia, la cui sede si trova nei pressi della scena del crimine, dove Engstrom venne inizialmente identificato come uno dei testimoni. In un primo momento responsabile venne ritenuto un piccolo criminale, Carl Pettersson, arrestato nel 1989, ma poi rilasciato l’anno successivo.

100% Ora gli investigatori hanno raccolto un ampio materiale probatorio a carico di Engstrom, avversario politico di Palme, alcolizzato, ma anche ex militare e socio di un club di tiro e perciò avvezzo all’uso delle armi. L’attuale premier socialdemocratico svedese, Stefan Lofven, aveva parlato di una “ferita aperta” nella società svedese. Ora il figlio Marten, che era stato con il padre al cinema poco prima dell’attentato, ha detto a Sveriges Radio, l’emittente pubblica, che la magistratura ha “svolto il suo lavoro ed ragionevole chiudere le indagini. Credo anche che Engstrom sia il colpevole, ma sfortunatamente non ci sono prove conclusive che lo attestino con certezza al 100 per 100”.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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