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lunedì, 5 Giugno 2023

Trump ritira i soldati, rebus sicurezza per l’Europa

La decisione del presidente Usa, Donald Trump, di ritirare circa un terzo delle truppe statunitensi di stanza in Germania – più o meno 9.500 uomini – ha riaperto la questione di come l’Europa possa garantire la propria sicurezza a fronte di un disimpegno degli Stati Uniti. I Ventisette si trovano con un bel rebus da risolvere e devono innanzitutto capire se intendono davvero prendere in mano il destino della sicurezza del Vecchio Continente. La Germania è stata una componente chiave della strategia di potenza degli Stati Uniti in Europa dopo la Seconda Guerra mondiale, in tempi di Guerra fredda e non solo. C’è chi indica un’ulteriore pressione del presidente tycoon, perché Berlino tiri fuori tutti i soldi previsti per il funzionamento della NATO. Altri pensano che i GI se ne andranno soltanto poco più in là, in Polonia.

Presidenziali

Resta il fatto che lo scarso feeling tra l’inquilino della Casa Bianca e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, segnala un livello quanto mai basso delle relazioni inter-atlantiche, evidenziato dalla guerra dei dazi scatenata da Trump. In attesa dell’esito delle presidenziali americane del 3 novembre, a Bruxelles si sta valutando attentamente tutte la futura architettura della sicurezza. Problema dei problemi, l’ombrello nucleare oggi assicurato dalla NATO con un ruolo chiave degli Stati Uniti. Dopo la Brexit, la sola potenza nucleare nell’Ue è la Francia. La “Force de frappe”, il deterrente nucleare voluto dal generale Charles de Gaulle, mai integrato nella pianificazione della NATO. Nel 2006 il presidente, Jacques Chirac, affermò che gli interessi vitali di Parigi comprendevano anche i paesi alleati della Francia. Apriva di fatto la strada per una vera e propria difesa europea, ipotizzata oggi anche da Emmanuel Macron. Ma alla metà degli anni Cinquanta del secolo passato fu proprio la Francia a bloccare la nascita della Comunità europea di difesa (CED).

PESCO

Successivamente il Trattato di Lisbona del 2009 incluse una cooperazione strutturata permanente dell’Ue nel campo della difesa, resa concreta nel dicembre 2017 con il varo della PESCO (Permanent Structured Cooperation), nel quadro delle linee della “EU Global Strategy for Foreign and Security Policy”. Non mancano ora progetti per nuovi sistema d’arma, come quello franco-tedesco-spagnolo per sviluppare un complesso sistema di difesa aereo entro il 2040, il Future Combat Air System (FCAS). Insomma, “stabilire una sicurezza europea indipendente, se ciò sarà possibile, richiederà anni per realizzarsi. Ma – osserva un esperto tedesco sul media DW – non è mai troppo presto per iniziare a pensarci”.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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