Non passa giorno che l’amministrazione Trump non metta nel mirino qualche azienda cinese. Accanto alla guerra commerciale e sui dazi, c’è quella indirizzata specificamente contro le grandi società cinesi, che sta assumendo per Washington toni da vera e propria crociata. Una crociata a cui l’America chiede, con modi sempre più pressanti e velate minacce di rappresaglie, che si accodino anche tutti gli alleati, dall’Europa all’Asia.
Malizia
La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha esortato Washington a “smettere gli attacchi gratuiti contro le imprese cinesi, abusando del concetto di sicurezza nazionale e diffondendo con malizia un’immagine negativa della Cina”. Dal prossimo 13 agosto gli Stati Uniti implementeranno i regolamenti che vietano a ministeri e Agenzie l’acquisto di attrezzature e di servizi da qualsiasi azienda che utilizzi prodotti realizzati da Huawei e da altre importanti società cinesi: ZTE Corporation, Hytera Communications Corporation, Hangzhou Hikvision Digital Technology Company e Dahua Technology Company.
Strategico
Secondo Hua “la vera e più grande colpa di Huawei agli occhi degli Stati Uniti è che oggi sia una società cinese la più avanzata” in un campo strategico come quello del 5G. Insomma, “sembra che gli Usa non possano tollerare che altri paesi facciano qualcosa meglio” di loro. Così, si “utilizza il potere statale per colpire le imprese cinesi”, coprendo il tutto con “scuse fragili”. Hua parla di veri e propri atti di “bullismo economico” e di “negazione palese dei principi dell’economia di mercato”, di cui gli Stati Uniti si sono sempre fatti paladini. Una situazione di cui tutti gli altri paesi “sono consapevoli” e che deve portare alla riconferma di “un ambiente equo e non discriminatorio”, che consenta alle imprese cinesi di poter sviluppare normalmente le proprie attività.