La Commissione europea ha annunciato l’intenzione di diversificare l’accesso ai minerali definiti delle “terre rare” e altri metalli particolari utilizzati nella produzione sia di “tecnologie strategiche” sia di beni di consumo come smartphone, auto elettriche e televisori. Circa il 98% dei minerali delle terre rare utilizzati nell’Ue proviene dalla Cina. Il Cile fornisce il 78% di litio e il Sudafrica il 71% di platino. Bruxelles è preoccupata per la dipendenza da materie prime, che presentano alti rischi di approvvigionamento.
Magneti
I programmi del Green Deal europeo prevedono di rendere sostenibile l’economia del Vecchio continente, rispondendo alle sfide dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale. Ma proprio per questo entro il 2050, l’Ue avrà bisogno di circa 60 volte più litio, essenziale per la mobilità elettrica, e di 15 volte più di cobalto, che viene utilizzato nelle batterie delle auto elettriche. Inoltre, potrebbe aver bisogno di una quantità dieci volte maggiore di minerali delle terre rare utilizzati per i magneti permanenti nei veicoli elettrici, nei dispositivi digitali o nei generatori eolici.
Piano d’azione
Con il “Piano d’azione sulle materie prime critiche”, l’Ue mira a rafforzare l’approvvigionamento di materie prime dall’interno dell’Unione e a diversificare l’approvvigionamento da paesi terzi. “Dobbiamo cambiare drasticamente il nostro approccio”, ha affermato il vicepresidente della Commissione lo slovacco, Maros Sefcovic. “Dipendiamo in gran parte da materie prime prodotte con metodologie non sostenibili. Provenienti – ha sottolineato – da paesi con standard ambientali e sociali molto più bassi dei nostri e con meno libertà. Dobbiamo fare un uso migliore delle risorse all’interno dell’Unione europea, dove applichiamo i più elevati standard ambientali e sociali”.
Recupero
L’idea è quella di creare una “Alleanza europea per le materie prime”, che comprenda l’impegno di tutte le parti interessate del settore. La Banca europea per gli investimenti e rappresentanti degli Stati membri collaboreranno per diversificare le catene di approvvigionamento di questi minerali. La Commissione lavorerà anche per identificare tutti i possibili i progetti di estrazione e lavorazione all’interno dell’Ue, che dovranno partire entro il 2025. L’accesso a queste risorse è per la Commissione una “questione strategica e di sicurezza”, ma anche base per “l’ambizione dell’Europa di realizzare il Green Deal”. Decisivo in questo campo il miglioramento delle tecnologie per sfruttare il recupero delle materie prime, individuando i metodi più efficaci per riutilizzare, riparare e riciclare i prodotti che contengono minerali rari.