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giovedì, 28 Settembre 2023

Conte accelera su Recovery plan, “pronti per metà febbraio”. In Parlamento se manca fiducia di un partito

Giuseppe Conte, mentre il Senato vota la fiducia e la Manovra diventa legge, opta per la linea che da sempre è quella del Pd: “Non galleggiare”. Un indirizzo che era stato ribadito con forza da una lato dal segretario dem, Nicola Zingaretti: “Non vogliamo ‘restaurare’ l’Italia che c’era prima della pandemia, vogliamo costruirne una nuova. Spendere e spendere bene significa concentrare le risorse, privilegiare gli investimenti, trasformarli il più rapidamente possibile in opere concrete adeguando e rafforzando la pubblica amministrazione, coordinare l’azione dei vari livelli istituzionali per evitare conflitti, confusioni e perdite di tempo”. E dall’altro lato dal commissario europeo per gli Affari Economici, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Repubblica. La necessità più urgente è quella di rassicurare l’Europa su possibili ritardi nelle scelte per il Next Generation Eu. E così il Conte, nella conferenza stampa di fine anno a Villa Madama, si impegna: non si può “procedere in questo clima di azione sospesa. Serve una sintesi politica urgente. Vorrei andare in Consiglio dei ministri già nei primi giorni di gennaio” e poi in Parlamento per varare “corsie preferenziali e percorsi accelerati sul Recovery plan. Penso che per metà febbraio possiamo essere pronti”.

Fragilità

Dalle domande emerge prepotente il tema della fragilità attuale del governo: “Se verrà meno la fiducia di una forza di maggioranza – rimarca il premier – ci sarà un passaggio in Parlamento per verificare le responsabilità di ognuno. Ma non voglio credere che in un contesto del genere si arrivi a questa soluzione, significherebbe perdere tutto il nostro patrimonio di credibilità”. Conte non parla di rimpasto, “io lavoro con le forze di maggioranza – dice -, non ho mai pensato di fare squadra da solo”. E sull’ipotesi di due nuovi vicepremier osserva: “Certo nel precedente governo non è stata una formula di grande successo”.

Piano vaccinale

Sui Servizi segreti ricorda come si tratti di una responsabilità che spetta per legge al presidente del Consiglio. Conte conferma di non essere al lavoro per un suo partito: “Nel momento in cui ho grande responsabilità e siamo qui per programmare il futuro, non potrei mai distogliermi da questo obiettivo e mettermi a programmare una campagna elettorale”. In ogni caso annuncia di voler prendere “un’iniziativa nella direzione di una modifica della legge elettorale”. Sul fronte della lotta al Covid-19, il presidente del Consiglio rivendica l’azione del governo a partire dalla scelta delle tre fasce (rossa, arancione, gialla). “Ci sono tutte le premesse – sottolinea – per essere all’altezza della grande sfida di un piano vaccinale senza precedenti. I primi risultati veri si avranno quando avremo vaccinato 10/15 milioni di cittadini e non credo avverrà prima di aprile”. Non previsto l’obbligo vaccinale: “Io il vaccino lo farei subito, ma aspetterò il mio turno” e invita comunque tutti, anche i recalcitranti no vax, a compiere “un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale”.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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