Caos M5s. Dopo la spaccatura su Draghi le tribolazioni non sono finite. Il garante Beppe Grillo fa sentire di nuovo la sua voce in antitesi a quella di Rousseau, leggasi Davide Casaleggio. In mezzo il buon Vito Crimi che, formalmente con la modifica dello statuto e la creazione del direttorio, non sarebbe più il capo politico. Ma invece resta al suo posto con la benedizione dell'”Elevato”. Praticamente già digerita l’uscita di Alessandro Di Battista, si è consumata nella votazione al Senato la ribellione della fronda anti-Draghi. Alla fine un manipolo di una quindicina ha votato no, altri più prudenti non si sono presentati al voto e altri ancora hanno detto sì, ma con il mal di pancia come l’ermetico Toninelli. A capeggiare la fronda la senatrice ed ex ministra Barbara Lezzi. Ora non resta che vedere se verrà prima l’espulsione o prima la scissione. Oppure se sarà scelto per un po’ il ‘quieta non movere’.
Governance
Ma alla grana Draghi si è aggiunta nelle stesse ore la questione del cambio di statuto. La piattaforma Rousseau, in verità soltanto una piccola percentuale di iscritti grillini si è espressa con il clic, ha varato la nuova governance del Movimento. Non più la figura del capo politico (in origine Di Maio e poi Crimi come reggente), ma un nuovo organismo di guida, il Comitato direttivo. Sarà composto da 5 personalità scelte dall’Assemblea degli iscritti e guiderà i pentastellati per i prossimi 3 anni. La direzione diventa quindi collegiale, ma sulla sua elezione i pareri divergono. Per Grillo non c’è fretta vista la situazione del Paese e il varo del nuovo governo, per cui chiede a Crimi di restare in sella. Diversa l’opinione di Rousseau/Casaleggio che dichiara iniziato il “conclave degli iscritti”. Come Associazione “lavoreremo per consentire agli iscritti di poter eleggere il prima possibile questo organo collegiale e definire così una guida politica legittimata dal basso, che possa assumere le decisioni politiche e associative necessarie”. Lezzi traduce rudemente: “Crimi non può più decidere nulla in nome e per conto del M5S”. Insomma, licenziamento in tronco.
Anziano
Il reggente la prende davvero male e via social ribatte secco e con precisi richiami alle regole interne: “La mia funzione di reggenza, al contrario di quanto è stato erroneamente affermato, non è conclusa e proseguirà fino a quando non saranno eletti i 5 membri del nuovo Comitato. Fino ad allora, come previsto dall’art. 7 lettera d dello Statuto, in qualità di membro più anziano del Comitato di garanzia assumerò temporaneamente le veci del Comitato direttivo”. Calma e gesso, dunque. La vita politica del Movimento 5 Stelle, dice Crimi, prosegue come previsto statutariamente e “non è stato convocato alcun ‘conclave’ degli iscritti, che saranno coinvolti all’insegna della massima partecipazione, come è sempre stato”. In questo senso rende pubblica una comunicazione del garante Grillo: “Caro Vito, non ritengo di condividere l’assunto secondo il quale con la modifica odierna dello Statuto, cessando l’organo capo politico, cesserebbe anche la tua reggenza. A mio avviso la tua reggenza resta in vigore, essendo impensabile che il Movimento resti privo di rappresentanza per tutto il tempo occorrente per portare a termine la procedura di nomina del nuovo Comitato direttivo: raccolta delle candidature, voto e proclamazione”.