La Finlandia torna a inserire con decisione il nucleare nel suo mix energetico, ridurre le importazioni di energia da Russia, Svezia e Norvegia. Sia pure con grande ritardo e con costi molto lievitati, il reattore nucleare Olkiluoto-3 è entrato in produzione ed à stato collegato alla rete elettrica. L’impianto, costruito sulla base di una avanzata tecnologia franco-tedesca, sarebbe dovuto entrare in funzione 12 anni fa, nel 2009.
Gigawatt
Il reattore da 1,6 gigawatt (GW), realizzato dal consorzio a guida francese Areva-Siemens, utilizza il modello EPR (European Pressurized Reactor) di terza generazione. Un sistema progettato per migliorare la sicurezza e ridurre i costi, ma il progetto è stato afflitto da problemi tecnologici e paradossalmente dal superamento dei costi. Alla progettazione è stata la prima centrale nucleare in Europa dopo il disastro di Chernobyl del 1986. Il costo è aumentato da una stima iniziale di 3 miliardi di euro a circa 11 miliardi di euro, secondo il World Nuclear Industry Report 2019. I ritardi hanno portato ad aspre controversie di risarcimento tra l’operatore finlandese TVO e il consorzio costruttore, con quest’ultimo che alla fine ha accettato di pagare un risarcimento di 450 milioni di euro.
Autosufficienza
Olkiluoto-3 funzionerà insieme ad altri due reattori già esistenti, diventando alla fine il reattore più potente d’Europa. Una volta che la produzione di energia andrà a regime, si prevede entro luglio, il reattore fornirà circa il 14% dell’energia necessaria alla Finlandia. Secondo TVO “OL3 migliora significativamente l’autosufficienza elettrica della Finlandia e aiuta a raggiungere gli obiettivi di neutralità del carbonio”. Situata sulla costa occidentale della Finlandia, Olkiluoto-3 è la prima nuova centrale nucleare in Europa in quasi 15 anni. Il recente annuncio dell’Unione Europea che intende etichettare l’energia nucleare come “verde” ha suscitato controversie. Un paese energivoro come la Germania sta eliminando gradualmente i propri reattori nucleari, sottolineando problemi di sicurezza. Ma l’invasione russa dell’Ucraina e la necessità di ridurre la dipendenza energetica dell’Europa ha riportato in luce il nucleare, come un’alternativa autosufficiente ed economica.
EUROfusion
Un tema su cui non si è sottratto il premier Mario Draghi, nel recente question time alla Camera. “Per quanto riguarda il nucleare – ha rimarcato – l’impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile. La strategia europea è sviluppata dal Consorzio EUROfusion, che prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-2028. L’Italia è uno dei principali membri del Consorzio ed è presente con università, istituti di ricerca e industrie sotto il coordinamento dell’Enea”. Draghi ha assicurato: “Noi continuiamo a seguire e a sostenere questi sviluppi sul fronte della ricerca, nell’ambito di una strategia che punta a diversificare le fonti e a garantire la nostra sicurezza energetica”.