Un’ora di discorso a Montecitorio per ringraziare gli italiani e tracciare l’identikit programmatico del governo. Prima donna e primo premier della destra a guidare il Paese, Giorgia Meloni, rivendica la valenza politica del suo esecutivo. “Sono consapevole che ad alcuni osservatori e all’opposizione molte” delle nostre “proposte non piaceranno, ma manterremo gli impegni”. Promesse ancora da definire completamente, anche perché occorrerà fare bene i conti, creare un “argine al caro energia”, avverte la neo premier “ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti”.
Stoccata
Nell’elencazione si va dalla tregua fiscale alla stretta sul reddito di cittadinanza, dallo stop ai barconi con il blocco navale UE della missione Sophia all’occhio attento a una possibile ripresa della pandemia, senza replicare il modello dei lockdown. È una Meloni tenace, che quasi scherza sul suo destino di partire come potenzialmente sfavorita, di “underdog”, ma che stravolge poi “tutti i pronostici”. Conferma così lo schieramento europeo e occidentale a fianco del popolo ucraino che lotta per la libertà, ma non rinuncia a una stoccata forte contro l’establishment brussellese e stronca la decisione della BCE di “rialzare i tassi di interesse. Scelta azzardata, che rischia di ripercuotersi su famiglie e imprese e che si somma alla fine, del programma di acquisto di titoli di stato, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati che hanno un elevato debito pubblico”.
Riformare
Da ultimo la collocazione ideologica, con la sottolineatura dell’antipatia “nei confronti dei regimi antidemocratici, fascismo compreso”. A cui si aggiunge però la determinazione a cambiare il volto costituzionale dell’Italia, attraverso il presidenzialismo. “Ci confronteremo – rimarca Meloni – con tutti. Sia chiaro però che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte a opposizioni pregiudiziali”.