L’omicidio sei anni fa in Egitto del giovane ricercatore Giulio Regeni resta una tragedia incommensurabile. Le responsabilità dei servizi di sicurezza egiziani sono state evidenziate, purtroppo manca la sanzione giudiziaria. Ma in vicende di questo tipo, che coinvolgono gli apparati di un Paese comunemente definito “regime”, occorre cogliere i dati della verità possibile. Dal Cairo sono venute ammissioni e rompere con una grande realtà geo-politica ed economica sulla sponda africana del Mediterraneo non è possibile.
Occasione
Il dolore dei genitori di Giulio va rispettato e vanno sostenute tutte le iniziative volte a favorire la giustizia. Diversa cosa è cedere a tentazioni di rottura aprioristica delle relazioni diplomatiche ed economiche. Il vertice ONU COP27 sui cambiamenti climatici di Sharm el Sheikh, ha fornito l’occasione per una ripresa di contatti al vertice tra Italia e l’ospitante Egitto. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato il Presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi. Un faccia a faccia durato circa un’ora e un quarto, in cui si sono toccati i grandi temi della crisi climatica, dell’approvvigionamento energetico e dell’immigrazione.
Diritti umani
Nel corso del colloquio la premier non ha mancato di sollevare il tema del rispetto dei diritti umani e ribadito la forte attenzione dell’Italia sui casi di Giulio Regeni e di Patrick Zaki, il giovane attivista egiziano studente dell’Università di Bologna. Il portavoce della presidenza egiziana, riferisce l’agenzia ANSA, ha segnalato la cooperazione del Cairo “per raggiungere la verità e ottenere giustizia”.
Libia
Di particolare rilievo, naturalmente l’esame degli sviluppi della situazione nel Mediterraneo e, in particolare, il dossier libico. l’Egitto sostiene la fazione del generale Haftar, ma con Meloni si è convenuto nel sostenere l’organizzazione di elezioni che favoriscano la stabilizzino della situazione e il rafforzamento delle istituzioni statali libiche.
ENI
Significativa la partnership in campo energetico tra Italia ed Egitto, con un ruolo di primo piano dell’ENI, nella individuazione e sfruttamento di importanti giacimenti di gas naturale. Risorse decisive per determinare l’alternativa alla dipendenza energetica dalla Russia. Allo studio anche la realizzazione di un cavo elettrico sottomarino di collegamento con l’Italia.