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lunedì, 25 Settembre 2023

Pd, parte corsa alla segreteria. Bonaccini il primo a scendere in campo. Occorre costruire la sinistra di alternativa a Meloni

Parte la corsa alla segreteria del Pd. La sinistra deve costruire l’opposizione prima e l’alternativa poi a Giorgia Meloni e alla sua destra, che ha il vento nelle vele. Un percorso non facile e reso ancora più arduo dagli strattoni da destra di Calenda-Renzi e dalla nuova cosiddetta sinistra a 5stelle di Giuseppe Conte.

Riformista

Il primo a ufficializzare la candidatura è Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, storica “regione rossa” della quale incarna la tradizione riformista. Un posizionamento politico che gli porta il sostegno di Base riformista, il gruppo dell’ex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ma anche addebiti di filo-renzismo. L’annuncio di Bonaccini arriva dal circolo Pd di Campogalliano, nella provincia di Modena, il suo comune di nascita. “Avverto il peso e la responsabilità di questa scelta- ha detto perché Bonaccini -, perché sono consapevole di come il Pd sia necessario per la stessa qualità democratica del Paese”.

Agenda

Ma serve un'”agenda nuova” per riprendersi il centrosinistra, per “non delegare al M5s di rappresentare la sinistra e ad Azione-Italia Viva i moderati. Questo spazio ce lo andiamo a riprendere noi”. Una vera “traversata nel deserto. Abbiamo davanti cinque anni di opposizione”, ma per allora “dovremo aver costruito un Pd che vince. Che vince nelle urne e non che governa per alchimie nate in Parlamento. La stagione in cui si sta al governo, anche se non si vince, è finita. Io credo l’abbiamo anche pagata”. Bonaccini ammette: “La cosa che mi preoccupa di più è lo smarrimento della nostra gente. Ma – aggiunge – sentire evocare lo scioglimento del Pd mi colpisce nel profondo. Non accetto che restiamo paralizzati sotto i colpi di questa destra o delle altre opposizioni, che stanno tentando di dilaniarci. Cosa vogliamo e dobbiamo fare lo decidiamo noi”.

Popolare

Il Pd dovrà tornare a essere “un grande partito popolare, radicato nella società, a vocazione maggioritaria, perno di un nuovo centrosinistra capace di battere la destra”. Per fare ciò l’impegno è a “ritrovare la semplicità del messaggio per dire chi siamo, chi vogliamo rappresentare, quale idea di società abbiamo. Oggi un militante di destra o del M5S impiega dieci secondi, a noi non bastano 20 minuti”. Dopo che Bonaccini ha rotto il ghiaccio, si attendono i nomi dei suoi avversari. A partire dalla ‘non iscritta’, Elly Schlein, a quanto pare sostenuta da un largo schieramento che va dal segretario uscente Letta a Franceschini, a Zingaretti. Resta incerto l’atteggiamento della sinistra interna dell’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Primarie

Le candidature potranno essere presentate fino al 27 gennaio. Poi ci sarà un prima scrematura con il voto degli iscritti al partito, ma anche – dopo la riforma dello statuto – degli appartenenti ai partiti e movimenti che aderiscono al processo costituente e dei cittadini che abbiano sottoscritto l’appello alla partecipazione e versato un contributo di almeno un euro. Alle primarie ci sarà poi lo spareggio tra i primi due, con i gazebo previsti il 19 febbraio. Con un possibile slittamento al 26 se la data dovesse coincidere con quella delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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