C’è feeling tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda, almeno in tema di manovra. Il capo del ‘terzo polo’ ha incontrato il presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. Un’ora e mezza di faccia a faccia sulla legge di bilancio presentata dal centrodestra e sulle proposte alternative/integrative dei centristi. “È stato un incontro molto positivo. Siamo entrati nel merito del provvedimento e abbiamo scorso le nostre proposte”, ha commentato Calenda.
Ostruzionismo
“Abbiamo detto che non faremo ostruzionismo per cercare di andare oltre i tempi previsti e mandare il Paese in esercizio provvisorio. Non lo avremmo fatto in ogni caso – assicura il leader di Azione -, anche senza questo incontro. Faremo il nostro lavoro di opposizione, ma in modo corretto. L’opposizione si fa in modo costruttivo, altrimenti la possono fare anche i bambini: a ogni provvedimento si scende in piazza, dicendo che non si è d’accordo”. In ogni caso nessun ruolo di stampella o ruota di scorta della maggioranza. Calenda assicura: “Non c’è stata nessuna richiesta in tal senso, nessuna. E noi non l’avremmo accettata”.
Corriere
D’altronde la stessa Meloni in una intervista al Corriere della sera aveva sottolineato: “Allargare la maggioranza con il sostegno di Renzi e Calenda? Non penso che la maggioranza abbia bisogno di allargarsi a qualcuno, perché è solida. Ciò non toglie che se alcuni all’interno dell’opposizione vorranno condividere con noi alcune proposte ci sarà sempre la nostra disponibilità”. Su Facebook, Calenda indica alcuni punti su cui lavorare: “Abbiamo discusso di un’estensione di impresa 4.0. Di un tetto al costo del gas al posto dei crediti di imposta, di un aumento degli stipendi dei sanitari. Abbiamo detto che va ripristinata Italia sicura, fatto un’analisi della situazione del Pnrr e chiesto di riproporre il Reddito di cittadinanza come Rei”, reddito di inclusione.
Sgomita
Tutto bene o quasi con Meloni e frecce accuminate, invece, verso Pd e Forza Italia. Il terzo polo sgomita a destra e a sinistra e Calenda non la manda a dire. “Se i partiti di governo, leggi FI, invece di sabotare Meloni contribuissero a fare la manovra. E se l’opposizione invece di andare in piazza presentasse provvedimenti migliorativi, forse sarebbe un Paese normale. Invece, continuiamo a essere un Paese machiavellico di cui non ci capisce niente”. Con il Pd resta l’abisso. “Prima di mandare la nostra contro-manovra a Meloni – racconta Calenda -, l’ho mandata a Enrico Letta, dicendogli: ‘vogliamo discuterne e presentare una cosa insieme?’. La risposta non c’è proprio stata. Si lamentano che non hanno interlocuzione, ma sulle cose concrete non rispondono mai. La ragione è che sulle cose concrete all’interno sono divisi in centomila rivoli”.