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lunedì, 5 Giugno 2023

Renzi e Calenda, salta il partito unico. Iv-Azione e la fine del miraggio della corsa al centro

Matteo Renzi e Carlo Calenda dividono le loro strade. La corsa al centro finisce qui. L’obiettivo del partito unico resta un miraggio. D’altronde già gli elettori non si erano dimostrati entusiasti della caccia al cerchiobottismo. I titoli di coda del Terzo polo sono ora un rimpallo di tweet e di note di uffici stampa, con i due leader che si beccano come galletti.

Stop

“Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva”, dichiarano stizziti quelli di Azione. “Dietro tutto questo c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Iv non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito”. Insomma, Renzi non ha voluto mantenere “le promesse fatte agli elettori” e, “dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto”. Un litigio che fa gola agli investigatori satirici di “Striscia la Notizia”, che stuzzicano Calenda. Il leader di Azione sbotta: Renzi “vuole tenersi soldi e partito. No, non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton…”.

Fregatura

Calenda passa poi all’attacco via Twitter contro l’ex gemello diverso: “Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo ‘stai sereno’ non ha funzionato. Fine”. Poi a mo’ di precisazione aggiunge: “Noi invece eravamo pronti a prendere subito impegno sullo scioglimento e a girare tutte le risorse per fare la campagna delle europee”. L’ex ministro dello Sviluppo economico quindi certifica: “Il progetto del partito unico è definitivamente morto. Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile. Da domani – rassicura i suoi – riprenderemo con Azione il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista” e chiude con un socialisteggiante: “Avanti!”.

Unilaterale

Dall’altra trincea, Italia Viva non ci sta e rovescia la frittata. “Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol. Lo scioglimento avviene” dopo che al congresso “viene eletto il segretario, non prima”. Renzi preferisce volare alto e sembra non voler maramaldeggiare: “Ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo. Ne sono molto dispiaciuto, anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto”.

Leopolda

A maggio l’ex premier diventerà direttore editoriale del Riformista e ha indicato come responsabile giornalistico Andrea Ruggieri, già parlamentare di Forza Italia. Qualcuno ritiene possa aver scelto di puntare a un centro che guarda principalmente a destra. Oltre al capitolo soldi (la milionaria dotazione garantita dal 2×1000) e alla rampogna sull’etica da parte di Calenda nei confronti di Renzi ‘conferenziere’ per tutte le stagioni, i commentatori segnalano la volontà del capo di Iv di continuare a tenere l’appuntamento della Leopolda. “Dire che non può essere più fatta – cinguetta Renzi – non ha senso. Non vedo perché dovremmo smettere di farla oggi, in un momento in cui la politica va difesa dai populismi e dai sovranismi”.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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