La Siria del dittatore Bashar Assad è tornata nella Lega Araba, dopo essere stata sospesa nel 2011 in seguito alla repressione violenta delle proteste popolari, che ha portato a anni di guerra civile. Il movimento insurrezionale armato conquistò varie zone del Paese, tra cui buona parte della città di Aleppo. Con l’avanzare della guerra civile potenze estere (Russia, Iran e Turchia, ma anche gli USA alla guida della coalizione contro le milizie terroristiche dell’ISIS) e vari gruppi armati si sono inseriti nel conflitto, tra questi i curdi dell’YPG che hanno dato vita all’Amministrazione autonoma di Rojava nella Siria del nord-est.
Disgelo
La riammissione nell’organizzazione internazionale è la prova del disgelo nei rapporti tra Damasco e gli altri governi arabi. La Lega ha sottolineato la necessità di porre fine alla guerra civile, con la collegata crisi dei rifugiati e lo sviluppo del traffico di droga. Le mosse per ristabilire i legami con Damasco hanno subito un’accelerazione dopo il devastante terremoto che a febbraio ha colpito la Turchia e la Siria del nord. Sarà istituito un comitato che coinvolge Egitto, Arabia Saudita, Libano, Giordania e Iraq per aiutare la Siria a raggiungere gli obiettivi. Oltre 300mila civili, secondo le stime delle Nazioni Unite, sono stati uccisi durante la guerra civile. Circa la metà della popolazione, nella fase prebellica di 21 milioni di abitanti, è sfollata all’interno della Siria o ha cercato rifugio all’estero. Assad ha iniziato a riprendere il controllo del Paese nel 2015, con l’aiuto della Russia. Il ministro degli Esteri siriano, Faisal Miqdad, ha recentemente visitato diversi Paesi arabi per uscire dall’isolamento e sono state ripristinate le relazioni diplomatiche con la Tunisia.
Gas
Gli Stati Uniti e il Regno Unito sono tra i Paesi occidentali che hanno dichiarato che non ripristineranno i rapporti con il governo del presidente Assad. L’eterno scontro tra realpolitik e diritti calpestati con impunità per gli autocrati. In Italia resta battaglia per esempio sull’Egitto, il cui gas ci ha permesso di superare un inverno senza più rifornimenti dalla Russia. L’Ad di ENI, Claudio Descalzi, aveva osservato: “L’Egitto ci ha aiutato, rinunciando ai suoi carichi per questa estate, per mandarli in Italia per riempire gli stoccaggi. Questi sono Paesi a cui se dai, ricevi». È subito sbottata la segretaria Pd, Elly Schlein: “Penso che l’Italia non possa considerare la mancata collaborazione dell’Egitto sull’omicidio di Giulio Regeni come un prezzo da pagare sull’altare degli interessi economici”.