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lunedì, 5 Giugno 2023

Colpo di scena, JJ4 non è orsa assassina. Scagionata dai risultati della perizia veterinaria forense della Lega antivivisezione

Colpo di scena alla Perry Mason: l’orsa JJ4 è innocente, non è assassina. I risultati della perizia veterinaria forense condotta dalla LEAL, Lega Antivivisezionista, la scagionano. Non sarebbe stata perciò JJ4 a uccidere ad aprile il runner Andrea Papi nei boschi della provincia di Trento. Aurora Loprete, rappresentante legale di LEAL, che da oltre 40 anni si batte per i diritti degli animali, chiede la liberazione immediata dell’orsa e le dimissioni del presidente della Provincia autonoma, il leghista Maurizio Fugatti.

Dentatura

“La dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense – afferma LEAL in una nota – ha lo stesso valore delle impronte digitali umane. La scienza smentisce le menzogne”. Le lesioni mortali secondo la perizia sono “identificabili come da penetrazione di coppia di canini, caratterizzata da una distanza tipica di un orso maschio adulto”. Le femmine di orso “presentano misure inferiori rispetto ai maschi”. La LEAL mette in dubbio le certezze fin qui mostrate dall’amministrazione trentina sull’identificazione di JJ4 come responsabile dell’attacco, che hanno portato alla richiesta di abbattimento dell’orsa, con la condanna capitale al momento bloccata dal TAR. Anche i riscontri di tipo genetico vengono messi in discussione, in quanto “quella trentina è una popolazione derivante da pochi soggetti capostipiti” e quindi “caratterizzata da una limitata variabilità genetica”.

Predazione

Gian Marco Prampolini, presidente LEAL, dichiara: “Con il deposito presso il TAR delle perizie forensi a firma del dottor Roberto Scarcella e dottoressa Cristina Marchetti, ci batteremo con ancor più forza in tutte le sedi, affinché le illegittime ed illogiche ordinanze di abbattimento non possano mietere vittime innocenti. Chiediamo sin da ora l’immediata liberazione dell’orsa”. In base alla perizia, LEAL sostiene che le evidenze riscontrate “non consentono di classificare l’azione lesiva né come un attacco deliberato, né come una predazione”. Il tutto corrisponderebbe peraltro ai riscontri autoptici sul corpo del giovane runner da parte del dottor Mattia Barbareschi, primario di Anatomia Patologica dell’Unità operativa multizonale dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Le lesioni non corrispondono alle ferite che si riscontrano in caso di attacco finalizzato alla eliminazione dell’avversario e neppure appaiono riconducibili a una “attività predatoria. Il corpo, infatti, non presenta segni di consumo”. Insomma un orso, ma con ogni probabilità non JJ4, avrebbe drammaticamente ucciso il runner, che terrorizzato per l’improvviso incontro aveva tentato di allontanare l’animale.

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