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venerdì, 22 Settembre 2023

George Soros, il miliardario filantropo progressista, designa il figlio Alex come erede. Rafforzato l’impegno per democrazia e diritti umani a livello globale

Il finanziere e miliardario filantropo George Soros, 92 anni, ha scelto il figlio Alexander come erede del suo impero. Il banchiere ungherese naturalizzato statunitense è un sostenitore del movimento liberal, dei diritti umani e della promozione della democrazia a livello globale. “Il successo sui mercati finanziari – ha detto George Soros – mi ha dato un notevole grado di indipendenza rispetto alla maggior parte delle altre persone. Credo che nella filantropia si debba fare la cosa giusta, che abbia successo o meno”.

Popper

Di origini ebraiche, Soros lasciò l’Ungheria all’età di 17 anni per frequentare la London School of Economics. Allievo del filosofo Karl Popper, si mantenne agli studi lavorando come facchino e come cameriere. È considerato uno degli investitori e gestori di hedge fund di maggior successo nel mondo. Venne definito “l’uomo che sbancò la Banca d’Inghilterra”, dopo aver scommesso nel 1992 contro la sterlina nel Sistema monetario europeo (SME), realizzando un profitto stimato in 1 miliardo di dollari. Finora, un po’ come Silvio Berlusconi, non aveva scelto successori, anzi aveva escluso che il suo patrimonio – valutato in 25 miliardi di dollari – e la sua Open Society Foundations (OSF) potessero essere rilevati da uno dei suoi cinque figli.

Rotta

Arriva adesso il cambio di rotta. L’anziano finanziere ha fatto sapere: Alex – il figlio 37enne, quartogenito di secondo letto – il posto “se lo è guadagnato”. In una intervista al Wall Street Journal Sunday, Alexander Soros ha detto di essere “più politico” di suo padre e che intende continuare a finanziare candidati politici progressisti, a partire dagli Stati Uniti. Tra le priorità della OSF nel prossimo futuro ci saranno il diritto di voto, l’aborto e l’equità di genere. Il consiglio di amministrazione di OSF ha eletto Alex come suo presidente a dicembre scorso. La Fondazione eroga circa 1,5 miliardi di dollari all’anno a politici e a gruppi che sostengono la democrazia e i diritti umani in tutto il mondo. Di recente Alexander Soros ha incontrato rappresentanti dell’amministrazione Biden, il capo della maggioranza democratica al Senato USA, Chuck Schumer, e alcuni leader internazionali, tra cui il presidente brasiliano Lula e il premier canadese Justin Trudeau.

Bersaglio

George Soros è bersaglio frequente di attacchi da parte dei conservatori, di elementi antisemiti e dei sostenitori delle teorie del complotto. Tra i suoi avversari il multimiliardario ultraconservatore Elon Musk, irritato anche perché il Soros Fund Management ha tagliato la sua partecipazione in Tesla. Esprimendo le sue preoccupazioni per un non auspicato ritorno dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Alex Soros ha dichiarato al WSJ: “Per quanto mi piacerebbe che il denaro restasse fuori dalla politica, poiché l’altra parte lo utilizza, dobbiamo farlo anche noi”. Il vecchio Soros è da tempo uno dei maggiori finanziatori del Partito Democratico negli Stati Uniti, a cui ha donato circa 140 milioni di dollari nel 2021.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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