16.6 C
Roma
venerdì, 31 Marzo 2023

Via libera di Pechino al primo vaccino cinese. Entro febbraio inoculato a 50 milioni di persone

Pechino ha approvato primo vaccino anti-Covid ‘made in Cina’. La National Medical Products Administration (NMPA) ha concesso “l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionale” del siero sviluppato dal Beijing Biological Products Institute nell’ambito del China National Biotec Group (CNBG), affiliato alla società farmaceutica statale cinese Sinopharm. I risultati degli studi clinici di fase 3 mostrano un’efficacia del 79,34%, che soddisfa anche gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Si tratta di un vaccino inattivato in due dosi. La Cina prevede di vaccinare fino a 50 milioni di persone prima delle vacanze del Capodanno lunare a febbraio, al fine di impedire la diffusione del virus durante i festeggiamenti.

Sicuri

Sinopharm è uno dei cinque sviluppatori cinesi in corsa per creare vaccini anti-Coronavirus. “Questo vaccino sarà fornito gratuitamente a tutti i cinesi”, ha detto Zeng Yixin, vice capo della Commissione sanitaria nazionale (NHC). La Cina ha approvato l’uso di emergenza di vaccini a giugno, a tutela di gruppi ad alto rischio di infezione. A fine novembre più di 1,5 milioni di dosi erano state distribuite. Il 15 dicembre è stato lanciato ufficialmente un programma di vaccinazione per il periodo inverno-primavera rivolto a una serie di gruppi chiave della popolazione, compresi operatori sanitari, addetti alla catena del freddo, funzionari doganali, lavoratori dei trasporti pubblici e dei mercati alimentari. Negli ultimi 15 giorni il numero di vaccinazione in questi gruppi ha superato i 3 milioni. Questi numeri, ha osservato Zeng, “dimostrano pienamente che i vaccini cinesi sono sicuri”. Quando la capacità di produzione dei vaccini via via approvati per entrare nel mercato aumenterà, la Cina vaccinerà in modo completo gli anziani e poi “in modo ordinato”, ha rimarcato Zeng, resto della popolazione.

Fornitura

La Cina intende essere un attore importante nella fornitura di vaccini anche ad altri paesi in tutto il mondo. I vaccini cinesi hanno il vantaggio di una più facile conservazione e distribuzione, perché non hanno bisogno di essere congelati, rendendo potenzialmente più semplice l’utilizzo nelle aree rurali e nei Paesi in via di sviluppo. Indonesia e Perù hanno già accordi per l’utilizzo dei vaccini cinesi. Il presidente Xi Jinping ha promesso di condividere qualsiasi vaccino di successo e la Cina ha aderito a Covax, un programma sostenuto dall’OMS volto a garantire una fornitura equa di vaccini a tutti i Paesi.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

Altro dall'autore

Articoli più letti