Il gruppo Gedi, dal 2019 nell’orbita di Exor NV (la finanziaria olandese cassaforte della famiglia Agnelli), mette in vendita uno dei suoi gioielli: L’Espresso. Lo storico settimanale della borghesia progressista, fondato nel 1955 da Arrigo Benedetti e Eugenio Scalfari. Un vero terremoto nel panorama dell’editoria italiana, che negli ultimi anni ha visto i settimanali diventare vittime sacrificali sull’altare della nuova informazione modello social. Dal 2016 L’Espresso, attualmente diretto da Marco Damilano, esce la domenica in abbinamento con la Repubblica.
Cdr
Le voci, accreditate da un comunicato del Comitato di redazione de L’Espresso – l’organo sindacale dei giornalisti -, parlano di un possibile interessamento del “gruppo editoriale Bfc Media, controllato dalla famiglia Iervolino”. Ufficialmente Gedi afferma di non aver ricevuto “alcuna proposta formalizzata”. Danilo Iervolino, 43 anni, è stato il fondatore dell’Università telematica Pegaso, ceduta a oltre 1 miliardo di euro. L’imprenditore ha deciso di investire nel pallone, acquisendo da Claudio Lotito la Salernitana, e nell’informazione, giungendo a detenere la maggioranza di BFC Media. Il gruppo editoriale BFC è specializzato in informazione su personal business e prodotti finanziari. Edita tra l’altro la versione italiana del mensile Forbes e gestisce alcuni canali televisivi.
Sciopero
“Dopo mesi di smentite e dichiarazioni in senso contrario à afferma il Cdr de L’Espresso – di fatto per la prima volta viene ammessa la volontà di vendere. I redattori denunciano piani aziendali che mirano a tagliare una voce libera e critica del panorama giornalistico italiano”. L’assemblea dei giornalisti ha approvato un pacchetto di giornate di sciopero. L’Espresso – ricordano i suoi redattori – è una testata “con 67 anni di storia. Protagonista di battaglie civili, politiche e culturali che hanno inciso in maniera determinante nella società” italiana.
Cederna
Il settimanale è stato di fatto il primo newsmagazine di inchiesta italiano. Molte sono entrate nella storia e nel costume a partire dalla prima: “Capitale corrotta=Nazione infetta”. E poi le rivelazioni sul tentato golpe del Sifar con il Piano Solo. La celebre inchiesta di Camilla Cederna sullo scandalo Lockheed, che portò alle dimissioni dell’allora Presidente della Repubblica Leone. Fino alla recente partecipazione all’indagine giornalistica internazionale sui Panama Papers. Il gruppo Gedi ha avviato una campagna di dismissioni, che ha portato alla cessione negli ultimi anni di varie testate da Il Tirreno alla Gazzetta di Modena, da Il Centro a La Nuova Sardegna e alla cessazione della pubblicazione del bimestrale MicroMega.