Il premier Mario Draghi, con una provocazione, ha posto una delle questioni centrali scaturite dal violento e inaudito attacco della Russia all’Ucraina. La pace o il condizionatore? La realtà è che bisogna cogliere il dato di responsabilità che questa terribile prova ci pone. Occorre uno scatto in avanti culturale, ma anche di efficienza della nostra economia. È possibile cogliere l’occasione per dare contenuti positivi e concreti a concetti finora abbastanza astratti per i più, come la transizione ecologica.
Modernizzazione
Questa nuova difficile prova può paradossalmente – come già accaduto per la ripresa dopo il Covid-19 – diventare un catalizzatore della modernizzazione. Dopo gli anni dell’energia russa a basso costo, abbiamo oggi la percezione esatta di ciò che ci aveva raccontato, innanzitutto la giovane Greta Thunberg, ma che avevamo lasciato correre. Ora si deve andare, con più consapevolezza e velocità, verso quelle opzioni di politica economica, energetica e ambientale che non abbiamo di fatto mai intrapreso. Finalmente vediamo in chiaro quale mix energetico ci porterà a rottamare il sistema basato sui combustibili fossili.
Benefici
Occorre agire con razionalità e determinazione, correre verso la transizione al solare (fotovoltaico e solare a concentrazione), all’eolico e a tutte le altre fonti rinnovabili, senza dimenticare il risparmio. L’elettrificazione del sistema energetico, con il passaggio a fonti rinnovabili per sostituire i combustibili fossili, è parte decisiva di quella decarbonizzazione che può salvare il Pianeta. I benefici sono tanti e di lunga durata. A partire da quelli per l’ambiente, con la riduzione dell’inquinamento e lo stop ai cambiamenti climatici. Ma ci sono le ricadute positive sull’occupazione, con la creazione di posti di lavoro in più, e un forte abbattimento dei costi in ambito sanitario.
Impulso
Insomma, si può dare un impulso straordinario, quasi inaspettato, all’economia. Ma per fare questo occorre mettere fuoco gli obiettivi, superare la miopia strategica e lo scarso coraggio. Si possono da subito ottimizzare i consumi delle imprese energivore, sbloccare le autorizzazioni per solare ed eolico, con rapide misure di semplificazione amministrativa. Draghi ha rimarcato: “Intendiamo rispettare l’obiettivo del PNRR di 70 Gigawatt di rinnovabili entro il 2026. Se si sbloccano le autorizzazioni, però”. Intanto il governo ha disincagliato sei parchi eolici, per una potenza pari a 418 MW. Soltanto una piccola percentuale dei “60 milioni di kilowatt (GW)” da impianti alimentati da fonti rinnovabili attualmente bloccati dalla burocrazia e che, come chiede Elettricità Futura, “potrebbero essere realizzati nei prossimi tre anni”.