“Hanno cercato di seppellirmi vivo ed eccomi qui”. Luiz Inácio Lula da Silva, 77 anni, ritorna alla guida del Brasile dopo aver trascorso 580 giorni in prigione con un’accusa di corruzione, poi clamorosamente ribaltata. Lula ha ottenuto il 50,9% dei voti, superando il presidente uscente di estrema destra, Jair Bolsonaro.
Svolta
Una svolta a sinistra attesa dopo il fallimento su tutti i fronti delle politiche sovraniste e populiste di Bolsonaro. “Questo Paese ha bisogno di pace e unità”, ha detto Lula dopo la vittoria. “Non è nell’interesse di nessuno vivere in una nazione divisa in uno stato di guerra permanente”. Tuttavia, Bolsonaro non ha ancora concesso il successo, rilanciando il classico ritornello dei brogli. Lula, ex sindacalista e leader del Partido dos Trabalhadores (PT) ritorna per un terzo mandato.
BRICS
Nei primi due aveva ha sollevato dalla povertà circa 20 milioni di persone con programmi economico-sociali di grande efficacia. Sotto la sua guida il Brasile aveva acquisito influenza sulla scena internazionale, valorizzando il ruolo dei cosiddetti Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Migliaia di sostenitori del presidente eletto sono scesi per le strade delle città per celebrare la vittoria. Bandiere rosse e giallo-oro del Brasile, caroselli di auto e moto, musica e cori. Lula ha promesso il ritorno alla crescita economica e alle politiche sociali e un rinnovato impegno in difesa della foresta pluviale dell’Amazzonia.