Orgoglio nazionale, ma anche gas e testimonianza nella regione autonoma del Kurdistan. Missione di Natale del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Iraq per incontrare i militari italiani. A Baghdad, Meloni ha avuto un colloquio con il premier, Mohamed Shia al Sudani. La situazione in Iraq resta delicata, in un’area dove si intrecciano gli interessi delle potenze regionali, Turchia e Iran, spesso a spese dei curdi, e dove persiste la minaccia terroristica di Daesh. Per Meloni “un Iraq forte è una condizione per la prosperità in Medio Oriente. L’Italia è stata sempre al fianco dell’Iraq nella sua rinascita”.
25 dicembre
Meloni ha espresso apprezzamento per la decisione del governo iracheno di istituire come festa nazionale la giornata del 25 dicembre. Si tratta di “un importante segnale di grande rispetto della libertà religiosa e di rispetto per i cristiani presenti nel Paese”. Il rapporto tra Roma e Baghdad va oltre l’ambito militare, significativo perciò l’impegno di Sudani a “fornire all’Italia ciò di cui ha bisogno in termini di petrolio e gas”. Attualmente l’Italia ha la guida della Nato Mission Iraq (NMI), con il generale Giovanni Iannucci. Si tratta di una missione di assistenza e addestramento, che mira a sostenere l’Iraq nel rafforzamento delle istituzioni e delle sue forze di sicurezza, per impedire la ripresa delle attività terroristiche del sedicente Stato islamico.
Erbil
Il presidente del Consiglio ha poi raggiunto Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, che ospita il contingente italiano dell’Operazione “Inherent Resolve/Prima Parthica”, con compiti di addestramento anche dei combattenti curdi Peshmerga. Di rilievo l’incontro con il primo ministro dell’Autorità regionale curda, Masrour Barzani. Nella guerra contro l’Isis i curdi hanno svolto un ruolo determinante, troppo spesso dimenticato a livello internazionale.
Nassiriya
Alla base militare di Camp Singara si è svolto l’incontro con i militari del contingente italiano. Il nostro Paese ha pagato nel corso degli anni un tragico contributo di sangue in Iraq, a partire dalle vittime degli attentati a Nassiriya del 2003 (19 morti) e del 2006 (4 morti). “L’Italia – ha rimarcato Meloni – è fiera del lavoro che fate. L’affidabilità che l’Italia può vantare nel mondo, che la rende rispettata e rispettabile, cammina sulla vostre gambe, sul vostro esempio e sui vostri sacrifici”. L’Italia “dimostra la sua capacità di essere sì una nazione che sa offrire eroismo, che sa offrire sacrificio e professionalità, ma anche umanità. In questo abbiamo sempre fatto la differenza, lasciamo un segno del nostro passaggio”.
Libertà
Un impegno che costruisce libertà: “I vostri sacrifici e le vostre rinunce vi rendono liberi e rendono la vostra nazione libera”. E qui Meloni ha citato le parole di un filosofo controcorrente, il pensatore “contadino” Gustave Thibon. Un filosofo lontano dal modello dell’intellettuale politicamente impegnato e che piace al mondo conservatore e al cattolicesimo tradizionalista. “L’uomo non è libero – è stata la citazione di Thibon fatta da Meloni – nella misura in cui non dipende da niente e da nessuno, ma è libero nell’esatta misura in cui dipende da ciò che ama ed è schiavo nell’esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare”.