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sabato, 2 Dicembre 2023

Venduta all’asta in Francia per 4,2 mln di euro antica maschera rituale del popolo Fang. Il Gabon ne chiede la restituzione, rubata in epoca coloniale

Tutto comincia dall’occhio fino di un rigattiere. Un’anziana coppia gli aveva affidato il compito di sgomberare la loro casa per le vacanze nei pressi della città di Alès, nel sud della Francia. L’edificio era appartenuto a un amministratore coloniale in Africa dell’inizio del XX secolo. Tra il mobilio sgomberato, il rigattiere ha ritrovato in un armadio una maschera rituale africana di legno, acquistata per 150 euro. Alcuni mesi dopo, nel marzo 2022, la maschera è ricomparsa nel catalogo di una casa d’aste di Montpelier, indicata come una rara maschera Ngil del XIX secolo realizzata dal popolo Fang del Gabon.

Anonimo

Base d’asta 300mila euro. Alla fine il prezioso manufatto è stato battuto per 4,2 milioni di euro e acquistato da un offerente anonimo. Gli originari possessori della maschera si sono sentiti truffati e hanno deciso di perseguire in giudizio il rigattiere. Ma molto deciso è stato anche l’intervento del governo del Gabon, che ha chiesto l’interruzione della vendita e la restituzione della maschera “rubata” in epoca coloniale. I Fang sono il gruppo etnico più numeroso del Gabon, dove costituiscono circa un quarto della popolazione. Rappresentano la grande maggioranza degli abitanti della Guinea Equatoriale e sono presenti anche in Camerun. L’origine del popolo resta avvolta nella leggenda, ma l’arrivo nelle attuali regioni sembra legato al tentativo di sfuggire ai raid dei mercanti di schiavi nel territorio del lago Vittoria, nell’Africa orientale.

Ngil

Tra le particolarità della cultura Fang ci sono le maschere degli Ngil, una confraternita che esercitò poteri giudiziari fino all’inizio del XX secolo. Gli affiliati emergevano di notte dalla foresta, con il volto coperto da maschere bianche a simboleggiare il rapporto con gli spiriti, per perseguire, in particolare, individui sospettati di stregoneria malvagia. Le maschere di legno di kapok venivano sbiancate con il caolino e spesso ornate con fibre vegetali. Si tratta di oggetti molto rari e ricercati da musei e da collezionisti. Una maschera, forse realizzata dallo stesso artigiano di qulla venduta a Montpellier, è conservata al Denver Art Museum. Secondo uno dei banditori della casa d’aste, come riferisce l’emittente France 3 Régions: “Questo tipo di maschera è più raro di un dipinto di Leonardo da Vinci. Conosciamo soltanto 10 o 12 maschere di maestri Fang del Gabon”.

Picasso

Nel 2006 una maschera Ngil, appartenente alla collezione d’arte primitiva della famiglia Vérité e già esposta al MoMA di New York, raggiunse il valore record di vendita all’asta di 5,75 milioni di euro. Alcuni esperti sostengono che anche Picasso sarebbe stato influenzato dalla rappresentazione stilizzata del volto umano delle maschere Ngil, come mostra il dipinto “Les Demoiselles d’Avignon”. Olio su tela dipinto tra il 1906 e il 1907 e primo quadro cubista dell’artista spagnolo, appartenente al suo cosiddetto periodo africano. Nel 2020 il Parlamento francese ha votato una legge per restituire al Senegal e al Benin preziosi manufatti saccheggiati durante il periodo coloniale. In base ad alcune stime ci sarebbero circa 90mila manufatti africani in Francia, in gran parte provenienti dai possedimenti coloniali dell’Africa sub-sahariana.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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