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lunedì, 5 Giugno 2023

Etiopia, la guerra civile non si ferma. Le forze antigovernative del Tigray puntano su Addis Abeba

Non si ferma la guerra civile in Etiopia. Il governo di Addis Abeba ha annunciato che continuerà a combattere le forze ribelli del Tigray e ha invitato la popolazione a prepararsi per difendere la capitale. Si fanno sempre più pressanti le richieste internazionali per un cessate il fuoco. Anche i ‘ribelli’ tigrini, ora supportati da altre forze di opposizione regionali al premier Abiy Ahmed, non intendono mollare la presa e confermano di essere in marcia su Addis Abeba.

Cessate il fuoco

Nell’area è presente l’inviato speciale degli Stati Uniti, Jeffrey Feltman. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha lanciato un appello alla pace: “Il conflitto in Etiopia deve finire. I negoziati di pace devono iniziare immediatamente senza precondizioni, per giungere a un cessate il fuoco”. Abiy è salito al potere nel 2018. Esponente dell’etnia Oromo, maggioritaria ma a lungo marginalizzata. Per anni dopo il rovesciamento del regime comunista del generale Menghistu nel 1991, l’Etiopia è stata guidata dai leader del Fronte di liberazione del Tigray (TPLF). Prima Meles Zenawi e poi Hailé Mariàm Desalegn, rovesciato dal moto popolare che ha sostenuto Abiy. Il premier ha avviato un programma di riforme e di democratizzazione, impegnandosi a risolvere il conflitto ultraventennale con la confinante Eritrea, risultato che gli è valso il premio Nobel per la pace nel 2019.

Autonomia

Il TPLF ha rifiutato di aderire alla coalizione promossa da Abiy per superare le divisioni etniche e unire il Paese. Il Tigray ha avviato un processo autonomista e, giusto un anno fa, Abiy ha avviato una campagna militare per bloccarlo. I combattimenti tra le forze governative di Addis Abeba e il TPLF hanno provocato migliaia di morti e oltre 2 milioni di sfollati. Nonostante il sostegno militare offerto ad Abiy proprio dall’Eritrea, il TPLF dopo un iniziale ripiegamento ha contrattaccato. Ha ripreso il controllo del capoluogo Maccallè e di altri centri della regione, ora muove sulla capitale Addis Abeba.

Fronte

Il TPLF ha costituito con altri 8 gruppi locali, a partire dall’Esercito di Liberazione Oromo – un gruppo della stessa etnia di Abiy, ma di opposizione – il Fronte unito delle forze federaliste e confederaliste etiopiche. L’obiettivo della nuova alleanza è “invertire gli effetti dannosi del governo di Abiy Ahmed sui popoli dell’Etiopia”. In una dichiarazione all’Associated Press, il Fronte ha annunciato che “stabilirà un governo di transizione”. La portavoce del governo di Addis Abeba, Billene Seyoum, ha risposto su Twitter sostenendo che i gruppi di opposizione hanno avuto la possibilità di presentarsi con i loro programmi e richieste alle elezioni politiche del giugno scorso, vinte a valanga dalla formazione del premier Abiy, il Partito della prosperità. Chi ha rifiutato tale opzione “non si batte per la democratizzazione” dell’Etiopia.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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